Oltre a sanare alcuni aspetti deleteri della spending review, non si vedono grandi segni di passi avanti.
Sì, un po' di tax credit qua e là, qualche vaga risorsa per ristrutturare le posizioni debitorie delle fondazioni liriche.
Sanza infamia e sanza lodo, verrebbe da dire.
Rimane il fatto che le logiche di austerità cui ci costringono dall'esterno (e cui ci auto-costringiamo col fiscal compact) obbligano a trovare le risorse necessarie a sostenere queste poche cose con nuove tasse (su alcolici, tabacchi ecc., insomma i piaceri del diavolo...).
Viene mantenuta invece (mirabile dictu!) l'esenzione dell'imposta di bollo per le istanze da presentare al Ministero (art. 9, comma 6).
Mica gratis però, bensì con un altro immediato taglietto al FUS di 216.000 euro (art. 9, comma 7):
Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti
dall'applicazione del comma 6 pari ad euro 216.000 a decorrere
dall'anno 2014 si provvede mediante corrispondente riduzione dello
stanziamento annuale previsto a favore del Fondo unico per lo
spettacolo ai sensi della legge 30 aprile 1985, n. 163, e successive
modificazioni. Il Ministro dell'economia e delle finanze e'
autorizzato a effettuare, con appositi decreti, le relative
variazioni di bilancio.
INSOMMA, SI CAPISCE O NON SI CAPISCE CHE (DIREBBERO I MIEI AMICI DE ROMA)
CE STANNO A COJONA'?