lunedì 2 settembre 2013

Decreto Cultura

Per chi se lo fosse perso, il 10 agosto è entrato in vigore il decreto legge 8 agosto 2013 Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attivita' culturali e del turismo.


Oltre a sanare alcuni aspetti deleteri della spending review, non si vedono grandi segni di passi avanti.
Sì, un po' di tax credit qua e là, qualche vaga risorsa per ristrutturare le posizioni debitorie delle fondazioni liriche.

Sanza infamia e sanza lodo, verrebbe da dire.

Rimane il fatto che le logiche di austerità cui ci costringono dall'esterno (e cui ci auto-costringiamo col fiscal compact) obbligano a trovare le risorse necessarie a sostenere queste poche cose con nuove tasse (su alcolici, tabacchi ecc., insomma i piaceri del diavolo...).

Viene mantenuta invece (mirabile dictu!) l'esenzione dell'imposta di bollo per le istanze da presentare al Ministero (art. 9, comma 6).

Mica gratis però, bensì con un altro immediato taglietto al FUS di 216.000 euro (art. 9, comma 7):


Alla   copertura    finanziaria    degli    oneri    derivanti
dall'applicazione del comma  6  pari  ad  euro  216.000  a  decorrere
dall'anno 2014 si provvede mediante  corrispondente  riduzione  dello
stanziamento annuale  previsto  a  favore  del  Fondo  unico  per  lo
spettacolo ai sensi della legge 30 aprile 1985, n. 163, e  successive
modificazioni.  Il  Ministro  dell'economia  e   delle   finanze   e'
autorizzato  a  effettuare,  con  appositi   decreti,   le   relative
variazioni di bilancio.
 
INSOMMA, SI CAPISCE O NON SI CAPISCE CHE (DIREBBERO I MIEI AMICI DE ROMA)

CE STANNO A COJONA'?